La figura dell'imprenditore-padre, il passaggio di testimone da Giuseppe Grossi ai figli

All'interno dell’ambiente aziendale è sempre difficile prendere le giuste distanze emotive per poter mantenere con tranquillità ed efficienza un rapporto equilibrato tra padre e figli. Soprattutto se il primo, in realtà, racchiude in se tutto l'insieme di significati propri della figura dell'imprenditore-padre, mantenendo quindi un atteggiamento estremamente protettivo e quasi esclusivo della gestione dei processi aziendali.

Giuseppe Grossi, però, è riuscito nell'intento di trasmettere ai figli la stessa volontà e capacità, rendendo in questo modo il passaggio di testimone molto più semplice da un punto di vista organizzativo, e, soprattutto, più efficiente, andando a considerare le performances dell'impresa e il suo fatturato.

In questo hanno contribuito sicuramente i suoi manager, un team di persone raggruppate e formate dallo stesso Giuseppe Grossi nel corso degli anni, che si trovano ora ad affiancare i figli nel permettere all'azienda di essere leader nel settore e programmare nuovi successi ed una internazionalizzazione come mai prima d’ora.

L'azienda a conduzione familiare è una realtà particolarmente attenzionata da parte del mondo economico, soprattutto a partire dagli anni '80 dove si sono iniziate ad analizzare le strutture, le metodologie operative, il sistema di commercializzazione che da sempre si ritengono prerogativa di queste imprese.

Si è potuto però constatare come il cambio generazionale è risultato la causa di comportamenti che, nel 70% dei casi, hanno determinato la cessazione delle attività.

La letteratura economica, infatti, è colma di episodi di difficoltà nel trasferimento di imprese familiari alle generazioni successive, e anzi molto spesso ha registrato sonori fallimenti da questo punto di vista. I problemi da affrontare sono tanti, ma quello più consistente consiste nel sistema di relazioni incrociato fra ruoli e situazioni aziendali da un lato, e contesti familiari dall’altro, che porta sovente a conflitti e atteggiamenti che di solito determinano il successo o la fine di imprese o di equilibri affettivi o del nucleo familiare stesso.

Questo a volte è dovuto al carisma dell'imprenditore, che nel mettere in piedi l'attività fatica a tramandarne le modalità agli eredi, forse per mancanza di tempo o forse per incompatibilità di chi si ritrova un'azienda già avviata da gestire. Sono i valori, in questo caso, ad avere più impatto e a sopravvivere più facilmente all'urto dei cambiamenti, permettendo chi ne è entrato in possesso per acquisizione familiare di promulgarli nel contesto imprenditoriale così da dare continuità e riprendere più facilmente il percorso tracciato dal padre.

Ma pensare per generazioni vuol dire prendersi cura del futuro, e questo crea un senso di responsabilità che non può che rappresentare uno stimolo per chi segue.

Da parte del padre-imprenditore, quindi, vi è una sorta di promessa morale e economica che gli impone di preoccuparsi della solidità delle basi del suo lavoro, della sua azienda e della sua famiglia, perché su di esse si reggerà il futuro non solo dei figli e dei propri dipendenti, ma anche del proprio nome lasciato come marchio sul lavoro svolto nella propria vita.

Non sono soltanto le chiavi dell'impresa a rappresentare il passaggio di testimone, ma sono quindi soprattutto i principi e i valori che ne caratterizzano l'essenza e che la pongono come unica e solida nel tempo.

Questi gli insegnamenti avuti in dote dal papà self-made man: l’accortezza di non fare mai il passo più lungo della gamba (83%), l’etica del lavoro(83%), il senso della responsabilità sociale dell’impresa (76%), l’importanza dei problemi finanziari (60%).

L'Italia, infatti, è piena di casi aziendali strutturati come imprese familiari in grado di resistere al mercato e di preservare quella passione imprenditoriale che, a suo modo, combatte l'idea di un'azienda, magari multinazionale, priva di passione e di compartecipazione da parte delle proprie risorse. Un'azienda, quest'ultima, che spesso si trova ad anteporre la finanza agli investimenti sul lavoro e sulla propria struttura, finendo spesso per non preoccuparsi di delocalizzazioni e fusioni che inevitabilmente finiscono per spaccare quel tessuto sociale e territoriale che, invece, un'impresa ben radicata nel proprio ambiente promuove e valorizza.

Il rapporto tra famiglia e attività economica vede gli ambiti vivere di relazioni e generare, in entrambi i casi, capitale sociale cui a beneficiarne è l'intera società.

Per questo motivo il merito da riconoscere all'opera di Giuseppe Grossi è stato quello di essere stato in grado di costruire un'impresa e un suo ambiente trasmettendone i suoi valori fondanti, in primis ai figli, così da garantire a tutti, al sistema azienda in generale, un futuro stabile e una continuità operativa.

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