La valorizzazione passa attraverso il risanamento ambientale

Ci troviamo fortunatamente in un periodo che vede un'accresciuta consapevolezza da parte di tutti delle tematiche ecologiche e della situazione emergenziale che siamo obbligati ad affrontare in tema di risanamento dell'ambiente.

Dobbiamo lavorare sempre più con una logica di sostenibilità dei modelli di produzione e degli interventi effettuati, attuando recupero, riciclo e smaltimento in maniera ecologica. Recuperando e riqualificando aree e ambienti dall'abbandono o dall'inquinamento per tutelare allo stesso tempo il patrimonio naturale del nostro Paese.

Il Gruppo Green Holding fondato da Giuseppe Grossi persegue esattamente questo scopo, operando su tutti gli anelli della grande catena della gestione dei rifiuti con un approccio sinergico ed integrato. Attraverso ingegno, metodologie ecosostenibili, ricerca e innovazione, lo scopo è di realizzare e se possibile abbattere i livelli massimi d’inquinamento decretati dalla Comunità Europea, come avviene ad esempio nell'impianto di Rea Dalmine che vanta valori di oltre il 70% sotto la soglia.

Naturalmente il tema del risanamento ambientale assume un ruolo centrale in questa prospettiva, dal momento che la bonifica e quindi la sanificazione di impianti e terreni ne consente di fatto il recupero, inscrivendosi a pieno in quella che si può considerare un'economia circolare.

"Mi auguro che la filosofia che ispirerà l’operato dei ministri non sia quella di cercare soluzioni rabberciate e frettolose - ha dichiarato pochi giorni fa Patrizia Gentilini, medico oncologo ed ematologo, membro di Isde e Medicina Democratica - ma di andare alla radice dei problemi, ricercarne le cause e rimuoverle il più possibile, operando quindi nell’ottica della prevenzione primaria, ben sapendo che ciò che può apparire un costo grazie al risanamento dell’ambiente è in realtà un grande risparmio in termini non solo di sofferenza ma anche economici".[1]

Le attività di bonifica intervengono su un problema tangibile, che è la contaminazione ambientale. Ma soprattutto rappresentano una potenzialità per il territorio se andiamo a considerare il ritorno economico, l'innovazione che si genera e la possibilità di riutilizzo delle aree risanate. Restituire le aree al proprio utilizzo in un periodo come questo di saturazione generale rappresenta un'incredibile opportunità che dobbiamo saper sfruttare.

Guardando i dati sulla presenza di amianto in Italia, ad esempio, è di circa un mese fa il censimento che registra la presenza di 370.000 strutture ancora fuori norma (per un totale di 58milioni di m2 di coperture) di cui 50.744 di edilizia pubblica.[2] Sono valori, questi, che ci dicono che la strada è ancora lunga e rimane molto lavoro da fare.

Operando sempre in maniera trasparente, rispettando le normative e con la massima innovazione tecnologica in grado di minimizzare i fattori inquinanti, quindi, quella del risanamento ambientale è una strada che dobbiamo perseguire trasversalmente tra istituzioni, imprese e persone che convivono in uno stesso territorio.


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