La gestione dei rifiuti, un business che offre un servizio necessario al territorio

Uno dei meriti maggiori che ha avuto Giuseppe Grossi nel corso della sua carriera è stato quello di aver saputo individuare un settore, quello della gestione dei rifiuti, che al tempo era del tutto privo di una struttura e di un'organizzazione, ed essere stato quindi il promotore di un servizio necessario al territorio.

Andando ad analizzare il fenomeno, infatti, possiamo facilmente costatare come ogni italiano, in media, produce 497 kg di rifiuti urbani annui, dei quali il solo 51% viene sottoposto a riciclaggio e compostaggio andando a ridurre sensibilmente il relativo impatto ambientale.

Sono dati, questi, in linea con i restanti Paesi dell'Unione Europea, che dimostrano come lavorando con attenzione, trasparenza e senso civico si possano raggiungere livelli, se non ancora ottimali, quantomeno più che decenti da un punto di vista operativo.

Nel corso del tempo, naturalmente, la concezione stessa di gestione del flusso dei rifiuti si è modificata andando in direzione di quella che oggi viene definita un'economia circolare, un minimizzare sempre di più gli sprechi in favore del riutilizzo o della conversione dei materiali in energia.

La raccolta differenziata, in questo senso, si pone come uno degli strumenti che a oggi sono più in grado di rendere l'ambiente pulito e libero dagli scarti. In questo senso nel panorama europeo la medaglia di Paese più virtuoso se la aggiudica la Germania (con cifre di raccolta attorno al 66%), mentre agli ultimi posti si trovano Malta (8%) e Romania (15%). Dal canto nostro, secondo i dati ISPRA 2016, si registra purtroppo ancora un netto dislivello tra il Nord Italia, più alfabetizzato in questo senso (64,2%), e Sud Italia (37,6%), che stabilizza il nostro Paese intorno al 48,6%.

Durante gli ultimi incontri sul tema da parte dell'Unione Europea sembra chiaro come ci sia molta ambizione nei confronti di questa inversione di rotta, essendo stati decisi i nuovi obiettivi vincolanti per il riciclo, così come per la gestione degli imballaggi e delle discariche. Entro il 2025, infatti, almeno il 55% dei rifiuti urbani dovrà essere recuperato, riorganizzando al contempo l'utilizzo delle discariche che entro il 2035 potranno ospitare massimo il 10% del totale delle rifiuti[1].

Anche in questo caso l'impostazione che Giuseppe Grossi ha dato alle sue aziende sembra centrata e lungimirante, avendo avviato all'interno dei propri siti di trattamento sistemi d’innovazione tecnologica e di ottimizzazione dei processi volti a rendere ogni operazione a impatto minimo. Creando al contempo le condizioni per non gravare sull'ambiente e sulla popolazione, senza impedire agli stessi impianti di generare energia utile.

Questo perché la gestione dei rifiuti non tocca esclusivamente i materiali urbani, prodotti cioè dalla popolazione con le sue attività quotidiane, ma comprende su scali molto più grandi anche i rifiuti industriali, quali scarichi delle acque reflue e emissioni atmosferiche, che ne rappresentano forse la fetta più inquinante.
Purtroppo a oggi l'Italia è ancora priva di una visione d'insieme in merito al tema dei rifiuti, soprattutto urbani, e si affida man mano alle singole amministrazioni per gestire un problema che spesso travalica le loro possibilità. Il numero di abitanti, l'estensione del territorio, la disponibilità di impianti di trattamento o discariche, così come di inceneritori e centri di smaltimento, le risorse economiche, sono tutti fattori che rendono questa gestione spezzettata estremamente difficile da sostenere e molte volte fallimentare.

Il servizio di ritiro e smaltimento dei rifiuti urbani viene finanziato mediante la tassazione locale, il cui importo varia a seconda del sistema scelto dal Comune di competenza a seconda delle dimensioni dell'abitazione e della conseguente stima dei rifiuti prodotti in media. Quasi sempre sono le aziende ad occuparsi di tutto ciò, aggiudicandosi bandi e facendosi quindi carico della raccolta e dello smaltimento attraverso un contratto con l'amministrazione.

La raccolta differenziata, che interessa in particolare quattro grandi tipologie di rifiuti quali carta, vetro, acciaio e plastica (oltre a quelle più limitate, come medicinali, pile, ecc...), comporta una spedizione del materiale raccolto verso le stazioni di trasferimento, impianti di smistamento o compattamento, per poi proseguire verso gli impianti finali adibiti, invece, al trattamento. Questi passaggi sono essenziali dal momento che, ad esempio per la plastica, i sistemi di trattamento variano a seconda dei polimeri degli oggetti. In questo caso è interessante verificare come intervengano tecnologie all'avanguardia quali ad esempio l'utilizzo di onde elettromagnetiche in grado, attraverso il loro riflesso, di distinguere i materiali sul nastro e di rendere ancora più efficiente il tutto.

Ciò che ne fuoriesce viene quindi suddiviso per tipologia, immagazzinato e in seguito ceduto alle varie industrie che lo lavora per un nuovo ciclo di consumo.

Anche il vetro, l'alluminio e la carta subiscono un procedimento analogo, passando per una selezione fino al loro definitivo recupero. La carta, nello specifico, è sicuramente tra i materiali più riciclati, finendo nei fogli o cartoni derivati al 100% da riciclo oppure in materiale più solido attraverso un giusto mixaggio con le diverse preparazioni frutto del trattamento del legno. Così come il 90% dei sacchetti, delle scatole e dei giornali, che viene realizzato completamente attraverso l'impiego di carta riciclata.

Se pensiamo al vetro e all'alluminio, poi, è ancora più semplice capire come si stia parlando di materiali con una resa ancora migliore che potenzialmente potrebbero essere recuperati infinite volte. In Italia, ad esempio, oltre il 70% delle bottiglie di vetro si produce mediante il materiale derivante dai cicli di differenziata.

Ridurre gli effetti sulla natura e sull'ambiente da' la possibilità a tutti, amministrazioni, imprese e cittadinanza, di risparmiare e allo stesso tempo di recuperare risorse naturali dagli stessi scarti. In più stabilisce un'ulteriore fetta di quel sistema immenso che è il processo dei rifiuti andando a completare il quadro di una gestione integrata in grado di assicurare continuità e stabilità a tutta l'Italia. Un sistema che Giuseppe Grossi, al tempo, aveva intuito e supportato, dimostrando una visione già consapevole di come attraverso un'etica forte e le doverose competenze si potesse avviare un circolo virtuoso indispensabile al Paese e ai suoi fantastici territori.


Giuseppe Grossi - La gestione dei rifiuti

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